CORSO DI UFFICIO STILE
Il programma di UFFICIO STILE si pone l’obiettivo di insegnare i fondamenti necessari per lo sviluppo di una collezione di abbigliamento. Il docente guiderà ogni corsista verso la realizzazione grafica e materica dei moodboard e dei disegni di ogni collezione personale, attraverso spunti, correzioni, materiale e continue revisioni dei lavori svolti lezione per lezione (ad ogni lezione sarà proposto un compito da svolgere a casa che verrà controllato la volta successiva).
Accanto allo sviluppo della collezione, saranno trattati i temi qui di seguiti elencati in modo da accrescere la conoscenza generale del settore moda ed a sviluppare un proprio senso estetico e critico.
I TREND e le TENDENZE nel panorama moda
La ricerca FOTOGRAFICA e di ISPIRAZIONE
Il MOODBOARD
Il COLORE e la CARTELLA COLORE
Il TESSUTO e la CARTELLA TESSUTO
La TRAMA
Le FIBRE
La STAMPA
La FIGURA ed il DISEGNO
Il DISEGNO Tecnico
Le frontiere del DISEGNO DIGITALE
COERENZA e BILANCIAMENTO di collezione
Lo SDIFETTAMENTO e il rapporto con la modellistica
La PRESENTAZIONE e l’ADV
Il numero delle lezione e i costi saranno comunicati all’Open Day di sabato 17 settembre, presso la sede genovese di via Cairoli 8, o successivamente tramite contatto diretto o email. Il corso sarà offerto da entrambe le sedi.
Il corso è dedicato a chi vuole intraprendere la carriera di fashion designer e vuole apprendere le basi, a chi ha intenzione di presentarsi alle selezioni per le grandi scuole di moda e vuole arrivarci già con un bagaglio di conoscenza, a chi non può frequentare queste scuole ma vuole comunque considerare una strada più indipendente, a chi ha già le competenze tecniche del cucito ma non ha gli strumenti per pensare globalmente a una collezione, o semplicemente a chiunque voglia approfondire degli aspetti ulteriori del complesso sistema del mondo della moda.
Le foto sono state scattate alla mostra On Board: Il Principio della Creatività presso la fiera Milano Unica.
MOODBOARD #5 Amarcord
Dopo una pausa data da set, sfilata, fiera e riassesto (oddio quello ancora del tutto non c’è stato) torno con un post moodboard ad alto contenuto amarcord.
Stavo cercando in internet traccia della rivista MODA, quella che era la mia bibbia a fine Ottanta e primi Novanta, quando mi sono resa conto che le fonti erano sporadiche.
A parte un breve accenno sulla pagina di Eri edizioni Rai, dove si afferma
“Negli anni ’80 Rai Eri pubblica le riviste mensili Moda (1983, per lungo tempo leader del segmento femminile) e King (1987, il corrispettivo al maschile di Moda), ormai cessate […] e che venivano realizzate a Milano. King e Moda rappresentano un innovativo sviluppo della formula del magazine, sia per quanto riguarda il linguaggio verbale e la grafica, e sia per i contenuti volutamente ossimorici con la testata, mantenendo uno sguardo ironicamente in controtendenza nei confronti del successo e dei valori del jet-system”
in rete esiste poco altro facile da reperire senza sottoporsi ad estenuanti ricerche.
Si sarà capito che ultimamente sto un po’ in fissa con gli anni Novanta, e non solo perché la moda attuale guarda a loro come principale riferimento, o perché io abbia una spiccata predilezione per la mise maglione/animalone grunge + slipdress.
Credo che questa ondata di nostalgia sia da attribuirsi ad altri fattori.
Sono passati vent’anni, e con sufficiente distacco posso permettermi di rimpiangere quella sorta di Golden Age manierista e decadente, dove tutto sembrava, nella sua drammaticità, possibile e facile: sulla testa incombeva il 2000, e si viveva in una specie di frenesia e di elettricità, a cui io attribuisco una valenza propiziatoria. Tutto era intenso e il mondo era ancora grande.
L’altro ragionamento che molto spesso mi sono trovata a fare è che le radici di ognuno stanno nell’epoca in cui esso ha vissuto la sua adolescenza e la sua prima giovinezza: chi ha vissuto questa età negli Anni Sessanta rimarrà sempre “un ragazzo degli anni Sessanta” in un certo senso, come io rimarrò sempre una ragazza degli anni Novanta.
Un decennio infinito nella mia memoria, -i duemila e questa prima metà dei dieci, sono volate via senza quasi lasciar traccia in confronto- ci sono entrata pre-adolescente e ne sono uscita praticamente adulta. È iniziato con Twin Peaks ed è terminato con Showbiz.
Ma torniamo a parlare di moda. Dicevo… mentre cercavo MODA mi sono ricordata delle mie Smemo dei primi anni del liceo che raccoglievano tutti i ritagli della rivista, che in modo ortodosso, seguendo un sacro rituale, plastificavo prima di incollare: un piccolo archivio.
Ho così pensato di regalarvi qualcuna di queste immagini, dove appaiono per lo più le super top model -la mia preferita, prima dell’avvento di Kate era Helena Christensen, che in questo video è da allora per me la pura essenza della bellezza umana-
e editoriali, pubblicità. Risalgono tutte dagli anni che vanno dal ’91 al ’95, quindi pienamente Vintage.
Degne di menzione speciale:
-una Monica Bellucci giovanissima riversa su di una tomba
-un Duca Bianco di giallo contornato
-doppia pagina Jim+Linda: top
-Tyra in una cornice simpsonica (erano adesivi che si trovavano nei chewing gum) che mi fa ridere assai
MOODBOARD #4
Buona domenica, oggi un moodboard concentrato su due tendenze.
Quest’estate torna prepotentemente sulle scene il tie-dye, lo hanno usato in molti.
Il primo rimando è sicuramente a capi un po’ “fricchettoni” e psichedelici: le classiche magliette colorate anni Settanta tornate in voga nei Novanta. Quest’estate è spesso decontestualizzato: Vogue lo definisce un “tie-dye couture”.
Eh, io ci sono caduta, devo ammetterlo: e via di nodi e tinture.
Storicamente, ha origini antichissime, cito Vogue Encyclo, (vi consiglio la lettura dell’intera pagina è molto interessante):
“Il tie-dye non nasce in America negli anni ’60 ma risale a tempi antichissimi, e insieme ad ornamenti come perline e conchiglie era il modo per decorare lo scarno abbigliamento dei nostri antenati. Un esempio curioso che ne suggerisce l’esistenza in tempi lontani si può ritrovare anche nel Vecchio Testamento”.
Di Valentino, tanto per cambiare, l’interpretazione che prediligo
Pucci l’aveva già riproposto lo scorso anno
Altuzzarra
E Gucci che per la Cruise 2017 propone la versione jeans
Autunno-inverno all’insegna delle rouches (io ho passato mesi a farne e ho quasi la nausea, ma si sa, alla moda non si comanda). Le propongono quasi tutte le grandi maison, in decalé rispetto al solito mood delicato e romantico, come elemento a contrasto sui capi, sproporzionate e iperdecorative. Piacciono.
Psycho bon ton da Gucci
Più consuete da Chloé
Come successe per i Valentini -Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli- un decennio or sono, la critica, autorevole e no, è divisa sull’effettiva genialità di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci. Come allora, io sono entusiasta dello scarto di traiettoria portata dai giovani designer -ora i Valentini ovviamente sono osannati da tutti, a parte quei pochi che ne hanno parlato talmente tanto male e talmente tanto a lungo, che oramai devono restare fedeli alla linea.
Io, in Alessandro Michele, vedo una bolgia frammentata di suggestioni, fantasia, segni e sogni, immaginari; mi affascina, mi incuriosisce e mi fa pensare -dettagli in questo articolo.
Ché se si hanno idee, anche sconclusionate, disordinate, incongruenti, una destinazione è già scritta.
ANNUNCIO, ANNUNCIO!
Il 24 giugno alle ore 21, al Palazzo della Borsa, adiacente a Piazza De Ferrari, a Genova, in occasione della manifestazione Stile Artigiano, si terrà la sfilata della nostra collezione, che definirei Pre-Fall o Tarda Estate.
Se avete matrimoni ad agosto e settembre, o se volete semplicemente curiosare o supportarci, vi aspettiamo!
MOODBOARD #3
Giornata uggiosa e breve post Moodboard.
Archiviata la corolla mania che ci ha accompagnate nei primi due anni di attività genovese ora sono in fissa con gli abiti a trapezio. È un capo che quando lo propongo viene percepito sempre un po’ banale e io sto cercando di capire come renderlo più attraente. Sicuramente la stoffa deve essere giusta per una resa migliore, ma forse anche giocando su volumi e ampiezze si può ottenere un risultato più accattivante. Vedremo.
Ovviamente il riferimento è questo: cavoli sono davvero perfetti.
Ispirazioni: I libri fotografici sono uno degli oggetti che meglio si prestano a questo scopo. Due sono i miei preferiti al momento, apparentemente inconciliabili e muti fra loro: The Ballad of Sexual Dependency di Nan Goldin e Paris View di GailAlbert Halaban.
Vorrei fare vestiti come questa foto.
Questa settimana ho riguardato con tranquillità la sfilata di Chanel a Cuba.
Come è possibile essere così eleganti e così tamarri al medesimo tempo? È una cosa meravigliosa.
Ah, giusto, ecco com’è possibile!
MOODBOARD #2
Buona domenica e benvenuti al secondo appuntamento con il moodboard settimanale. Per chi si fosse perso il primo, e le motivazioni di questa rubrica, può trovare tutto qui.
Settimana del Festival di Cannes. Il red carpet non manca mai di stimolare alcune riflessioni sullo stato attuale della moda.
Per me, vince a man bassa Chanel, per la freschezza, la modernità: Zio Karl insegue l’idea di eterna giovinezza e lo fa scegliendo le sue testimonial con coerenza e precisione.
Kristen
Amo questo vestito
E Lily Rose, sulla quale credo che ci sia ben poco da aggiungere.
Non trovo granché rivoluzionaria la scelta di K (Kristen o Karl?) di accostare l’abito Chanel alle Vans sdrucite -mood che io personalmente adoro-: già fatto già visto, anche se apprezzo il fatto che sia una vera sneakers usata e non una nuova messa lì per costruire il look.
La provocazione in questo caso è verso la stucchevole mania degli abiti da strappone, che popolano ogni red carpet: spacchi vertigine, trasparenze e nudità uguale noia.
Ecco, questo è proprio il contrario di modernità e freschezza.
Altro esempio di freschezza che non invecchia mai: compie cinquant’anni la stampa Flora inventata da Gucci per omaggiare Grace Kelly.
Avevo detto che avremmo parlato molto di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ma questa rubrica non è il luogo adatto, troppo da dire. Nell’attesa di un post, vi riporto questa intervista di Repubblica, molto esauriente -devo ammettere che una lacrimuccia è scesa.
“Il fattore inquinante per me è fondamentale”.
Dichiarazioni così intense, che legano senza via di fuga Arte e Moda, mi ricordano quelle di un giovane Marras agli esordi; non riesco a non accostare i due.
Uscita il 17 maggio in Italia, l’autobiografia di Moby, Porcelain.
Non sono mai stata una grandissima fan dell’artista che in quegli anni era considerato un guru, ma credo che comprerò il libro perché della sua vita ha scelto di raccontare il decennio degli anni Novanta a New York, dove tutto accadeva.
Il posto giusto al momento giusto (questo posto dicono che ora è L.A).
Restando in tema anni Novanta, Valentino per la FW 2016 2017 ripropone la giustapposizione di capi (Romeo Gigli e Antonio Berardi erano maestri in questo, e no, gli anni Novanta non sono stati solo pantaloni di latex, crop top e normcore).
Ad essere onesti questo mood è da un po’ che si vede fuori dalle sfilate ed è stato proposto anche da altre case: qui mi pare più codificato che altrove.
Quindi, se quest’inverno volessimo indossare uno slip dress in seta, senza schiattare di freddo, saremmo legittimate dalla Santa Moda a farlo, indossando sotto di esso maglioni e dolcevita; d’obbligo è il collo alto.
Chiudo con una serie infinita di sospiri su questo secchiello di Ferragamo ispirato al celebre sandalo Rainbow del 1938.
A domenica prossima!
MOODBOARD #1
Non ha senso tenere un blog se non aggiornato, fa trascuratezza. D’altro canto per scrivere post esaurienti serve tempo per organizzare le idee, per la ricerca e la stesura. Tempo che in questo momento non c’è.
Che fare allora? Eliminare la sezione?
Così, riflettendoci, mi è sembrato che il modo più agile per continuare ad avere un dialogo via blog è pubblicare quello che durante la settimana salvo nelle mie cartelle d’ispirazione.
Non è un’idea originale, certo, ci sono blogger che lo fanno egregiamente dall’alba del blogging, la mia preferita è Giulia Torelli di Rock’N’Fiocc, che da moltissimi anni con la sua rubrica General Mix of the week ci aggiorna sulle principali tendenze e novità.
La domanda di come si costruisca un immaginario è spesso presente a scuola.
Io trascorro le giornate a caccia, di immagini, di ispirazioni; è un bisogno, una sete.
Ciò che mi ispira può arrivare da svariati ambiti: non solo la moda nel senso stretto -gli abiti, le scarpe, i prodotti di bellezza dei quali sono feticista- ma il cinema, la musica, l’architettura, il design, un panorama, uno scorcio, un sasso. Le epifanie si nascondono ovunque.
Ho pensato di creare una rubrica in cui mostrerò le cose che hanno più attirato la mia attenzione durante la settimana. Una sorta di moodboard mobile, un sunto del mio Pinterest. Per chiacchierare di moda e per mettere ordine nel marasma di suggestioni che mi accompagna.
Iniziamo allora:
Nelle ultime settimane non si è fatto che parlare della “Storica sfilata” di Chanel a L’Avana, che si è tenuta i primi di maggio, in occasione della presentazione della Cruise Collection. Zio Karl ha riportato la Grande Moda a Cuba, da cui era assente dalla rivoluzione del 1959.
In onore dell’evento Vogue ha rispolverato questo servizio fotografico pazzesco di Steve Meisel per Vogue Italia, del Febbraio 1989 –ma Linda Evangelista? Parliamone.
Potrebbe essere stato scattato oggi, peraltro.
Sempre in tema di revival, e di bellezze, è ufficiale che nel 2017 uscirà il sequel di Twin Peaks. Ovviamente l’aspettativa, per chi come me ha avuto l’adolescenza, e quindi la vita, segnata da questo capolavoro è alle stelle. Attendiamo.
Donna, Audrey, e Shelley per una copertina di Rolling Stones dell’epoca.
Pon-pon mania. Purtroppo è una di quelle tendenze diventata immediatamente stucchevole per la troppa esposizione, dai grandi marchi ai cinesi, attraversa trasversalmente l’universo della moda, è ovunque.
Nelle scarpe mi disturbano meno che negli abiti, dove per me hanno il saporaccio del bottone usato a mo’ di decorazione.
Di Aquazzurra, il mio brand favorito di calzature al momento, le più desiderate.
Carine queste del marchio Noi, viste qui a Genova, nel negozio di via Luccoli.
Comunque io passo.
Parlando di tendenze che ci accompagneranno per un po’, come già avevo intuito a Milano Unica, dove questo tipo di tessuto era prepotentemente presente nella sezione tendenze ss 2017, i tessuti lurex cangianti, effetto umido, da sirena, anticipati dalle sfilate di questa primavera estate non ci abbandoneranno per un bel po’. Nulla da dire, come si è capito “dammi un po’ di luccichio e fai di me una ragazza felice”.
Chanel
Gucci di Alessandro Michele, nella seconda foto insieme a Florence Welch di Florence and the Machine, sua musa -avremo modo di parlare di lui, oh se ne parleremo.
Io mi sono portata avanti con queste due sete di cui sceglierò a breve la destinazione d’uso, una ordinata da una casa inglese Laurent Garigue conosciuta a Milano Unica, l’altra di Isia Genova.
Commozione per questo abito di Delpozo che si aggiudica il titolo di “abito della settimana”
Oggi dopo pranzo ho rivisto Professione Reporter. Quando si parla di immaginario, non posso fare a meno di pensare quanto io sia debitrice ad Antonioni per il contributo che ha dato al formarsi del mio.
A domenica prossima!